Spigolando sui social, e leggendo certe scoperte dei meridionaldomenicali, sono certo che essi, ma anche tutti gli altri, non hanno ricevuto a scuola alcuna nozione di Educazione Civica; e dico EC in senso scientifico, non predicozzi buonisti. Quindi tantissimi hanno bisogno di una lezione di diritto costituzionale.
Tutti gli Stati della storia sono “principi e collegi” (Par. VI): nelle monarchie, il capo dello Stato è ereditario (“morto il re, viva il re”), nelle repubbliche è elettivo. Fine della lezione? Macché, è tutto molto più variegato.
Ci sono monarchie assolute, affermatesi, dalla Francia in poi e con esclusione dell’Inghilterra rimasta medioevale, dal XVI secolo. Ab-solutus vuol dire sciolto da autorità superiori (Impero o Chiesa), e da limiti di assemblee aristocratiche o popolari. Il potere è dunque nelle mani del re, che nomina i ministri. Dipende quindi dalla personalità del re, se vale o meno: vedi Luigi XIV e Luigi XVI.
Sono assolute in senso addirittura metafisico le monarchie teocratiche; oggi, solo il Vaticano; ma c’erano Yemen e Tibet. La monarchia vaticana è elettiva; ma lo era la monarchia polacca, finché esistette (1794).
Ci sono monarchie costituzionali, in cui il re “regna e non governa”, e il potere è in mano a parlamento e governo. Il Italia, a parte esperimenti falliti a Napoli, Roma, Firenze, era costituzionale il Regno di Sardegna dal 1848, con istituzioni estese al resto d’Italia tra il 1859 e il ’66, e 1918.
Ci sono monarchie di fatto dittatoriali, come l’Italia fascista (1925-43); e, senza re, Spagna e Ungheria.
Ci sono monarchie diciamo consociative e rette da consuetudine, come quella della Gran Bretagna.
Quelle napoleoniche (Napoleone I, Murat, Napoleone III) furono monarchie militari.
Ci sono repubbliche democratiche, in cui il potere è di fatto in mano ai partiti e al parlamento: esempio, l’Italia dal 1944.
Ci sono repubbliche tiranniche come Albania comunista, e tuttora Corea del Nord.
Ci sono repubbliche dittatoriali a partito unico, come la Cina.
Tutti gli Stati, indipendentemente dalla forma di governo, possono essere unitari e centralisti come la Francia; o confederali e federali come gli Stati Uniti. Ci sono forme miste, come Nigeria, Uganda, Malesia, in cui nella federazione troviamo sia repubbliche sia monarchie.
Ogni Stato è “status”, dal verbo latino “sto”; quindi “stat” fin quando “stat”; e quando non “stat” più, cade o si trasforma, eccetera. Dal 1815, per non andare indietro, sono spariti o nati in Europa Stati a decine. Pigliate una cartina politica del 1989, e poi una del 2023, e cercate in questa l’URSS, la Germania Est, la Cecoslovacchia, la Iugoslavia…
L’Europa pullula di legittimisti di Stati che non esistono da un pezzo. In Francia ci sono due signori che rivendicano il trono: un Borbone e un Borbone Orléans. C’è anche un Murat Bonaparte, ma, che io sappia, non rivendica.
Ragazzi, se non sapete queste, del resto semplicissime, nozioni, come fate a parlare di storia, anche di quella italiana del 1860? Buona domenica.
Ulderico Nisticò