Post pandemia da Covid-19, pensare ad ulteriori tagli in sanità è da criminali


Vista la nota prot. 08/23 del 14/03/2023 di Federsanità Anci Calabria e la richiesta di alcuni processi di rimodulazione del sistema sanitario e i nuovi assetti organizzativi legati DCA n. 54/2023.pone alcune riflessioni.

In breve, per il comparto sanitario calabrese, vi sono, in fase di elaborazione, i documenti riguardanti la Rete Territoriale e la Rete Ospedaliera, da qui, si ritiene opportuno che l’adozione degli atti aziendali sia fissata nei termini di 30 giorni successivi alla data di approvazione dei suddetti documenti di programmazione. In attesa della nuova riorganizzazione regionale, per il momento, il nuovo Atto Aziendale, redatto dall’attuale vertice dell’ASP di Catanzaro, è stato rinviato, e con esso gli ulteriori tagli alla sanità nel territorio di Lamezia Terme come ad esempio le 8 strutture nel solo Presidio Ospedaliero “Giovanni Paolo II”.

Nuovi obiettivi e nuova organizzazione in sanità? La nascente azienda zero, tutta amministrativa, quali ricadute reali e di cambiamento porterà? A che prezzo?

La cosa certa è che l’appena partorita “Dulbecco,” più di altre, pone delle attente riflessioni sulla sanità calabrese.

In questo quadro di novità e nuovi indirizzi, per quanto riguarda l’Asp di Catanzaro e specificatamente l’area di Lamezia Terme, impegna ognuno di noi, a verificare quali vantaggi e ricadute vi possono essere per l’ospedale lametino. In tal senso impegnare le rappresentanze istituzionali che gravitano nel nostro territorio, a partire dal governo cittadino, per una presa di coscienza atta a generare un confronto serrato e competente con il Presidente della Regione, On Roberto Occhiuto, questi, anche nelle vesti di Commissario della Sanità Calabrese.

Una proposta da portare al tavolo del confronto potrebbe essere quella di trasformare il Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme in Polo Traumatologico, in alternativa elevarlo ad hub. Non possiamo continuare a tagliare in sanità facendo finta che non ci siano cittadini bisognosi di salute o peggio ancora affrontando eventuali nuove pandemie senza poter assistere contemporaneamente le persone contagiate perché in passato i posti letto sono stati tagliati.

Non è giustificabile neanche la vicinanza della nuova Azienda Universitaria Dulbecco. In questi anni abbiamo assistito ad una congestione su Catanzaro per aver spostato intere popolazioni in un unico posto, inoltre in caso di calamità un solo presidio ospedaliero non sarebbe sufficiente per garantire assistenza.

Lamezia possiede una struttura grande e moderna nata per accogliere più di 600 posti letto, si trova al centro della Calabria ed è vicinissima alle infrastrutture per essere immediatamente raggiungibile da ogni dove, non possiamo continuare ad assistere inermi alla distruzione del sistema sanitario pubblico a vantaggio di quello privato, l’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme già sacrificato e relegato a spoke dalle precedenti amministrazioni è stato posto alla pari di ospedali minori come Soveria Mannelli e Soverato. Il presidio di Lamezia, vicinissimo all’aeroporto internazionale, merita tutt’altro futuro per essere al servizio dell’intera regione, valorizzando la grande struttura presente senza dover ricorrere alla costruzione di nuovi presidi e per soddisfare i bisogni di salute di un bacino di circa 200.000 abitanti.

Le brevi riflessioni portate, auspicano una mirata attenzione da parte del Sindaco, quando dall’intero consiglio comunale, bandendo per una volta, i colori politici di ognuno, per rappresentare la città e il suo futuro sanitario come Lamezia merita, coinvolgendo magari associazioni e quanti negli anni hanno dato il proprio apporto per una sanità lametina che cura e non “emigri” continuamente.

Salvatore De Biase – Già Presidente Consiglio Comunale Lamezia Terme