Commemorazioni del MSI, e sua eredità


 Certe opposizioni devono essere davvero allo scolo dell’otre, se non trovano di meglio che lamentarsi della commemorazione del MSI da parte del presidente del senato, Larussa, e di Isabella Rauti, sottosegretario. Il Movimento Sociale Italiano, dal 1972 anche Destra Nazionale, non c’è più dal 16 gennaio 1995, quindi da 27 anni secondo l’aritmetica, da secoli secondo la scienza politica.

 E se proprio vogliamo fare storia – e io non ne posso fare a meno, anche per motivi personalissimi – Ignazio era tra quelli che votarono a Fiuggi per la fine del MSI-DN e l’inizio di AN, poi pateticamente fallita e sparita anche dalla memoria. Isabella parla più in nome del padre Pino, che, dopo Fiuggi, fondò un altro partito, anch’esso di breve fortuna. Nel mio piccolo, io non avevo aderito ad AN dal momento preciso in cui diedi una lettura alle cosiddette Tesi, cioè in pieno 1994, e con me non aderirono circa 45 dei circa 50 dell’elenco ufficioso delle persone di cultura del MSI.

 Questo per la storia della fine. L’inizio del MSI data 26 dicembre 1946. Era, allora, uno dei non pochi raggruppamenti di postfascisti; fu però il solo che scelse, e con successo, la via dell’inserimento nelle nuove istituzioni. Per ragioni di date non partecipò alle elezioni della costituente (2 giugno 1946), ma dalle elezioni politiche del 1948 ottenne, mediamente, un milione e mezzo di voti, e congrue rappresentanze parlamentari; e dal 1970, regionali. Nel 1994, alla vigilia dell’eutanasia finiana fiuggiasca, cinque milioni e mezzo di voti!

 Da notare che la XII disposizione transitoria e finale della costituzione vieterebbe la ricostituzione del disciolto partito fascista; e che anche quest’articolo XII, come altri della stessa carta, rimase parole al vento; tanto più che la stessa XII vietava la ricandidatura degli esponenti fascisti… provvedimento draconiano, vero? ma no: vietava per cinque (05) anni; infatti, dal 1953 ne vennero eletti tantissimi. È un po’ tardino, vero, che qualcuno se ne accorga nel 2022 quasi 2023!

 Vi faccio notare che la Meloni è nata nel 1977, e che nel 1994 aveva appena l’età per votare; e oggi l’età, e la condizione esistenziale e politica, per parlare, come ha fatto, del MSI in seri e freddi termini storiografici. Larussa non può essere così pacato, e nemmeno io, che dedico queste poche righe a tutti quelli, o noti esponenti o umili gregari, che, pur nel divenire delle cose e non senza polemiche interne, hanno sacrificato tempo e denaro per la Fiamma; e che mai tradirono.

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 In Calabria non c’era piccolissimo paese senza una sezione del MSI, a volte persino con una sede; e non so contare in quanti ho tenuto comizi e riunioni; e quanti mi passano sotto gli occhi e nel cuore dei ricordi.

 A Soverato, nel dopoguerra, e dopo un quinquennio di sinistra, ecco due amministrazioni con sindaco Antonino Calabretta, DC, ma sostenuto dai monarchici, con Mimì Caminiti e Leopoldo Micò, e con vicesindaco il missino Gennarino Icinio Alcaro, e il poeta Vincenzo Chiefari. A ciò pose fine il centrosinistra nazionale e quindi anche locale, con una raffica di cadute e resurrezioni di volatili sindaci su cui stendiamo un velo pietosissimo.

 Con varie vicende, il MSI, poi MSI-DN, fu presente nella vita politica cittadina come opposizione. Analogamente a tutto il resto d’Italia, quando finì ufficialmente il MSI e arrivò AN, proprio questa sparì anche dalla vita politica, giacché finita in mano a dei riciclati autoproclamatisi eroi di un passato del tutto fantasioso e che tutti sapevano essere fasullo, tranne i dirigenti di AN che fingevano di crederci!

 Del resto, anche oggi il destracentro raccoglie a Soverato un mare di voti, che però sono una casuale somma di decisioni spontanee, inclusa la mia; perché se uno a Soverato, come in tutta Italia, volesse iscriversi a un partito qualsiasi, dovrebbe telefonare direttamente al più o meno sedicente segretario nazionale, in assenza di titolari comunali, provinciali e regionali. Sarei curioso di sapere quante tessere davvero ci sono in giro.

 Coraggio, qualcuno scriva una storia del Movimento Sociale.

Ulderico Nisticò