Il Medico deve esercitare la professione in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento. Questo principio, riportato nel Giuramento di Ippocrate, impone al medico una gestione dell’ammalato in piena autonomia e nessuno può impedirgli di esercitare in tal senso la professione.
I reparti di Ortopedia e Traumatologia degli ospedali di riferimento di Polistena e Locri non reggono più il carico di lavoro quotidiano e sono costretti a trasferire gli ammalati in altri ospedali regionali.
L’Ortopedia dell’Ospedale di Locri ha soltanto due medici in servizio e devono garantire i turni diurni e la pronta disponibilità notturna e festiva, l’ambulatorio specialistico e le emergenze del Pronto Soccorso. Un lavoro disumano, continuo e massacrante, a fronte del quale, il Medico responsabile dell’U.O. si è recato tre volte alla sede dell’ASP di Reggio Calabria per chiedere un incontro con la gestione commissariale ma non è stato mai ricevuto né convocato. Soltanto dopo questa lunga inutile attesa ha sentito il dovere di denunciare pubblicamente questa gravissima condizione di lavoro, ma, sembra che la Commissione Straordinaria, anziché intervenire fattivamente stia valutando l’avvio di un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Pur tuttavia questo Medico, dopo aver svolto per giorni e giorni 12 ore di lavoro continuativo, dopo essere stato chiamato continuamente in reperibilità notturna e festiva per fronteggiare situazioni di traumi in urgenza, dopo aver effettuato interventi chirurgici in emergenza e garantito l’assistenza all’ammalato, adesso si deve trovare inquisito per aver reso pubblico il disastro presente all’ortopedia di Locri?
Forse l’obbiettivo nascosto potrebbe essere un altro e lo vedremo nei prossimi giorni, forse le istituzioni non adottano provvedimenti d’urgenza perché la sanità pubblica deve dimostrare ancora una volta di non essere all’altezza del compito istituzionale assegnato dall’articolo 32 della Carta Costituzionale. Pur tuttavia, siamo convinti che il Medico in questione, anziché essere vittima di un Servizio Sanitario Provinciale allo sfascio e reo di aver esercitato la professione in libertà e indipendenza di giudizio, sarà sanzionato per chiudere definitivamente l’ortopedia di Locri. Ma perché non si provvede a far rientrare gli ortopedici di Locri trasferiti in altri ospedali e ancora, perché non si utilizzano i medici ortopedici convenzionati e far funzionare un tantino meglio questo reparto chirurgico di vitale importanza per la sanità provinciale?
Intanto i pronto soccorsi si intasano di ammalati gravi e non si trovano posti letto. Spesso le urgenze si smistano a Germaneto (CZ) e diventano continui calvari con immane sofferenza, sia per l’ammalato che per i familiari. L’alternativa è molto futuristica: i nuovi ospedali ancora devono nascere e permangono le responsabilità politiche di gestione del Sistema Sanitario Calabrese; il commissariamento della Sanità Calabrese è pronto ad essere superato dalle imminenti decisioni del Governo nazionale. A tutto questo bisogna mettere la parola fine e provare a ricominciare ma, questa volta, la responsabilità tutta sarà assegnata al governo regionale e al presidente Oliverio. Quest’ultimo non avrà più alibi e non potrà più lavarsi le mani e distogliere lo sguardo dalla provincia di Reggio Calabria.
REGIONE CALABRIA
IL SEGRETARIO GENERALE S.U.L.P.I.
Giuseppe Gentile