Dopo giorni che ho appreso la notizia sui 25 mila solleciti di pagamento, e dopo il mio intervento per descrive la situazione del paese anche se in modo superficiale senza toccato e documentare i veri drammi che sicuramente farebbero venire la pelle d’oca peggio di un film horror. Io non faccio opere di volontariato perché purtroppo a Lamezia non saprei dove collocarmi, nonostante sono costantemente sui social anche se ci sono associazioni locali o non coinvolgono bene o non sono stato coinvolto a contribuire in qualche modo. Mi sono prestato nella ricerca di alcuni farmaci per una persona che ne aveva bisogno e che la famiglia non si poteva permettere, mi hanno passato una telefonata di una persona disperata, al pensiero mi viene una strana sensazione in corpo.
Nonostante tutto anche nei problemi io ci vedo sempre un lato positivo, un lato di sfida, un lato dove tirare fuori il carattere, il meglio di se stessi e del gruppo e le strategie che permettono di cambiare la situazione radicalmente.
Voglio utilizzare una parola che di solito non è nel mio vocabolario, la parola è “sfruttare”, si sfruttiamo le risorse che questa terra generosa che è Lamezia ci ha messo a disposizione e che non sappiamo cogliere, lancio tre intercalari secchi:
Utilizzare la legna che si trova nel fiume bagni dalle terme verso su fino al confine del foglio catastale del nostro comune. Tale legna dopo le autorizzazioni rilasciate dagli organi competenti para comunali, si può fare un bando con i boscaioli per tagliarsi la legna avendo un triplice vantaggio: il primo le ditte di appalto hanno lavoro per padri di famiglia boscaioli; secondo vantaggio abbiamo un letto di fiume sgombro da alberi cosi evitando degli eventuali rischi idrogeologici naturali; terzo vantaggio se le mie capacità estimative visto che nel mio percorso di studi ho fatto un anno di tecnologia rurale ed economia e due anni di estimo, penso che si possano fruttare dalla vendita della legna circa 2 milioni e mezzo di euro netti togliendo il lavoro dei mezzi e dei boscaioli.
Utilizzando totalmente il letto del fiume bagni, cioè ora dalle terme verso fino a raggiungere il mare, è stracolmo di arundo donax (canne da fiume), quest’ultimi possono essere appaltati ad un impianto che produce pellet, senza esagera potremmo ricava altro mezzo milione di euro. Ovviamente cifre approssimative che dovranno essere stimate tramite relazione tecnica estimativa.
Si può ulteriormente pulire il fiume e possiamo anche utilizzare l’inerte per ricavare qualche altro buget economico o magari fare qualche permuta.
Considerando che 25 mila solleciti ad una media di 100 euro a sollecito sono esattamente due milioni e mezzo di euro, quindi si potrebbe optare ad investire il ricavato in termini economici del materiale di risulta in voucher lavoro, al fine di permettere il pagamento di codesti solleciti.
Cosi potremmo avere un primo indotto economico, possiamo maturare ore di lavoro e competenze, e si ha la possibilità con il baratto amministrativo di pagare le tasse non riscosse con questo piccolo cash flow, e nello stesso tempo il comune avrebbe il ritorno delle tasse. Penso che cosi la catena sia chiusa.
Ripeto ulteriormente, siccome tengo al mio paese e non voglio più vedere disperazione ed emigrazione di massa, tutto ciò che io studio e propongo, chi di dovere è già remunerato per attuarlo ma non è mai stato attuato, io sarei disposto a mettere la mia competenza ed iniziativa a disposizione della collettività, ovviamente per un periodo limitato anche gratuitamente al solo scopo che i giovani ritornano ad avere il sorriso stampato sulle labbra nel rivedere il loro futuro, le famiglie siano serene e gli anziani siano protetti e assistiti.
Francesco Mendicino, Rinascita di Lamezia.