E’ possibile accedere agli atti sequestrati del concorso per dirigenti scolastici del 2011


IMG_4164Novità nella vicenda degli atti sequestrati del concorso per dirigenti scolastici del 2011. E’ possibile accedere anche agli atti sequestrati  dall’autorità giudiziaria. Lo afferma la Presidenza del Consiglio dei ministri, che dà ragione agli “inidonei” dell’ ultimo concorso a preside.

La novità risale a pochi giorni fa, quando l’ Ufficio romano ha accolto il ricorso di un gruppo di  “non idonei”, i quali si opponevano al  diniego dell’ Ufficio scolastico regionale, fondato, appunto, sul sequestro dei documenti da parte della magistratura penale.

Gli interessati avevano chiesto di visionare gli elaborati, in brutta e bella copia, di vincitori di concorso  e di colleghi bocciati alle prove scritte, per poter fare dei raffronti.  L’ usr, però, aveva negato l’ accesso, adducendo come motivazione l’ indisponibilità materiale della documentazione richiesta, perché sequestrata dall’ autorità giudiziaria.

Essi, perciò, hanno pensato bene di adire la Commissione per il coordinamento amministrativo. E il loro ricorso è stato accolto, alla luce dei nuovi orientamenti giurisprudenziali, che vanno, evidentemente, in direzione di una sempre maggiore trasparenza amministrativa.

foto 3“Nel caso di specie- si legge nel riscontro a firma del presidente della Commissione nazionale- gli atti oggetto della domanda di accesso sono stati trasmessi al giudice penale e acquisiti da quest’ ultimo con provvedimento di sequestro e proprio su tale circostanza l’ amministrazione resistente fonda il proprio diniego di accesso, stante in capo alla stessa uno specifico obbligo di segretezza e, di riflesso, la necessità di escludere o limitare la facoltà per i soggetti interessati ad accedervi. Tuttavia, si deve osservare, seguendo il recente orientamento della giurisprudenza, che, ad attento esame del rapporto tra il diritto di accesso agli atti amministrativi disciplinato dagli articoli 22 e ss della L. 241 del 1990 e l’ obbligo di segretezza sugli atti di indagine ex art. 329 c.p.p, va ritenuto che l’ effetto impeditivo al rilascio dei documenti richiesti scaturente dal provvedimento giudiziario di sequestro si verifica solo allorché l’ Amministrazione, avendone fatto richiesta, non abbia ottenuto dall’ A. G. procedente estrazione di copia consentita dall’ art. 258 c.p.p (vedi T.A.R. Lazio Roma Sez. II ter, Sent., 04/01/2016, n° 7). Infatti- prosegue il documento- mentre di per sé il richiedere l’ estrazione di copie dei documenti sequestrati ex art. 258 c.p.p. è una facoltà di chi li deteneva legittimamente, quando l’ Amministrazione sequestrataria riceve una istanza di accesso agli atti (sequestrati) da parte di un privato avente titolo a richiederlo, allora l’ evasione dell’ istanza comporta l’ obbligo, esigibile in buona fede e secondo diligenza, di esercitare tale facoltà allo scopo di porre in essere quel diligente sforzo possibile secondo le circostanze concrete per soddisfare l’ interesse legittimo della parte interessata ad ottenere la conoscenza dei dati e delle informazioni cui ha titolo”.

“E’ importante questa risposta- afferma uno dei docenti interessati- perché ci conforta sul fatto che l’ Usr non può più negarci la visione degli elaborati che abbiamo richiesto. Tutte le volte che ce l’ ha negata, la presidenza del Consiglio ha sempre accolto i nostri ricorsi. Ora attendiamo che la magistratura vagli questi atti, perché essi presentano degli aspetti davvero inquietanti”.

Il docente riferisce, in particolare, di una presunta “anomalia” riscontrata in diversi compiti di vincitori di concorso.  “Si tratta di una stranezza – dice- che tempo fa abbiamo notato in oltre venti compiti di neopresidi, scelti a caso. Tutti quanti presentano, guarda caso, la stessa anomalia.  Non ci risulta, però, che la stessa stranezza l’ abbiano scritta coloro che sono stati bocciati alle prove scritte. Ecco da cosa nascono le nostre perplessità verso questo “segno” , che ha tutta l’ aria di essere un segno di riconoscimento. Su questo aspetto, ovviamente, intendiamo vederci chiaro. Perciò confidiamo nella magistratura, che ha in mano tutta la documentazione, affinché dia delle risposte alle nostre denunce in tempi brevi“.

  Antonella Mongiardo


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