Perché un centrodestra non esiste


 Un centrodestra, a parte le sommatorie elettorali, non può esistere per definizione: se una persona è veramente, intrinsecamente di destra, è agli antipodi non della sinistra, ma del centro. Facciamo l’esempio più evidente, che è la collocazione internazionale dell’Italia: una persona genuinamente di destra non prova nessuna simpatia per i burocrati di Bruxelles detti Europa; e con tutto il cuore si oppone alla NATO, e figuratevi delle basi americane in patria nostra. Quelli di centro, la pensano il contrario.

 Del resto, che un centrodestra non esista nemmeno nella politica spicciola, lo abbiamo visto la settimana scorsa con tutti i pasticci delle elezioni al Quirinale.

 Effetto dell’assenza di un centrodestra è che non esista nulla di simile sul piano culturale. Attenzione, la destra pullula di persone colte, coltissime; ma ciò non significa che ci sia una cultura di destra, ma è come se uno volesse formare una squadra di calcio e avesse a disposizione Zoff, Buffon, Burnich, Boniperti, Riva, Rivera, Mazzola padre e figlio… eccetera, però al fischio d’inizio gli undici supercampionissimi si mettessero a giocare ognuno come gli gira, e senza mai passare la palla, anzi facendosi gli sgambetti uno con l’altro… Insomma, si perderebbe anche contro una squadretta di brocchi, però organizzata.

 È dal 1994 che partiti dichiaratisi di centrodestra vanno e vengono dal potere nazionale, che hanno esercitato per almeno metà delle vicende politiche. Ebbene, in tre decenni non è stato girato un film, che uno sia, di destra; non è stata cantata una canzone di destra; e se escono dei libri, anche di valore, si devono fare largo a spintoni e circolano in maniera semiclandestina, e quasi per gentile concessione degli altri, mentre è loro sbarrata la tv pubblica. Idem per quelle private di proprietà berlusconiana.

 Esempio calabrese: dal 1995, la Regione è stata retta da P. Nisticò, GB Caligiuri, P. Chiaravalloti, P. Scopelliti, I. Santelli, N. Spirlì, e ora R. Occhiuto, esponenti di centrodestra o quasi: ebbene, il dominio assoluto, anzi totale e unico sulla cultura calabrese è rimasto a quelli che c’erano prima, e che, grosso modo, chiamiamo di sinistra. E nessuno ha fatto il benché minimo tentativo in senso non dico contrario, ma un pochino diverso. E giù i soliti piagnistei retribuiti, ondate di buonismo generico, e antimafia segue cena… e accompagnato da ingiurie nemmeno tanto sottintese nei confronti proprio del più o meno sedicente centrodestra. Risposte e repliche, zero.

 Con queste premesse, il centrodestra magari vince delle elezioni, però non può e non sa governare, e perde quelle successive; perciò, non esiste. E il centrosinistra, minoritario nel consenso e nei voti, continua a comandare.

 È una sinistra per modo di dire, annacquatissima e borghesissima: però i suoi protetti e raccomandati fanno carriera, anche a Sanremo.

Ulderico Nisticò