[VIDEO] Economia, la rabbia dell’imprenditore Sgrò: “Il 2022 rischia di essere un anno di crisi pesante”


Sotto accusa “gli aumenti sconsiderati di luce e gas, nel totale silenzio della politica”

“Se nessuno farà niente, il 2022 sarà ricordato come un anno di crisi, la più pesante nella storia della Repubblica”. Vede nero il noto imprenditore calabrese Giovanni Sgrò (lunga militanza nel direttivo di Confesercenti Catanzaro, titolare di affermate attività commerciali a Montepaone, Satriano e Rende) e, nel giorno di Capodanno, affida la sua preoccupazione ai social.

“Oggi non posso essere ipocrita e augurare serenità e felicità” confessa in un lungo post. Un intervento capace di stimolare, nel giro di poche ore, centinaia di commenti di apprezzamento e di condivisioni. Un’analisi, la sua, che mette al centro “gli aumenti sconsiderati del comparto energetico, luce e gas in testa”.

“Nel silenzio della politica, dei sindacati, delle associazioni di categoria – denuncia Sgrò in una successiva nota stampa – in un contesto generale che appare come drogato dal dibattito su due soli temi (contagi e presidenza della Repubblica), sta arrivando uno tsunami senza precedenti nella storia economica del Paese”.

Preoccupazione esagerata, eccessiva? “Da imprenditore e da padre di famiglia – sottolinea – non posso fare a meno di rilevare le conseguenze inevitabili dei costi letteralmente raddoppiati delle bollette che pagheremo nei prossimi mesi. Conseguenze che pagheremo tutti, perché la ricaduta a cascata di questi aumenti, alla fine, andrà a pesare su beni e servizi. E nessuno rimarrà indenne”.

“Tutto questo – aggiunge con una nota di malcelata polemica – mentre i mercati finanziari brindano a nuovi e spropositati guadagni e i fondi speculativi ne approfittano per accaparrarsi nuovi monopoli”.

“Parallelamente – evidenzia Giovanni Sgrò – per i comuni cittadini la realtà sarà, invece, quella di un salasso che è già iniziato ad agosto con il prezzo del pane e che adesso vedrà riposizionamenti in alto di tutti i prodotti: come minimo tra il 20 e il 50 per cento”. Con questi numeri, le ripercussioni economiche ed occupazionali “appaiono inevitabili”.

Così come “i problemi per le amministrazioni locali”. “Quanti comuni falliranno per i bilanci finanziari erosi dai costi energetici?” si chiede Sgrò. “O si interviene subito o non c’è via d’uscita” il suo appello conclusivo, finalizzato ad accendere l’attenzione su un tema “che non necessita di slogan, ma di azioni concrete”.