[VIDEO] La Pietà del Gagini a Soverato Superiore


Una giornata freddina, nell’anti vigilia del Santo Natale di Nostro Signore, fra presepi, addobbi vari, mercatini e spese dell’ultimo minuto, cerchiamo un luogo dove poter conciliarci con noi stessi, per ricaricarci e trovare la giusta pace e serenità per trascorrere le nostre feste. Il borgo della bandiera blu di Soverato, conglomerato urbano di recente costruzione, che conserva nella chiesa di Maria SS.ma dell’Addolorata, collocata in centro incastonata tra quattro cinque abitazioni che segnano il tempo.

Chiesa, fornitissima di statue di diversi Santi, nei pressi dell’altare troviamo un caldo presepe e nella navata di destra , ci attirano due campane prodotte intorno al 1789 nella vicina ferriera reale borbonica di Mongiana, ma nel focus mirato, troviamo un’opera d’arte scultorea rinascimentale, che nel 1521 Antonello Gagini, ha magistralmente scolpito.

Un gruppo scultoreo della Pietà che rappresenta la Vergine Maria che porta sul grembo nostro Signore che era stato crocifisso. Nei giorni che precedono la nascita di ns Signore, ammirare la Pietà, ha un significato riflessivo importante che mette a nudo la debolezza dell’uomo che va verso porta il peccato addirittura crocifiggendo colui che si è sacrificato per aiutare il prossimo.

Un’immagine triste, ammirare la Pietà del Gagini compensata e addolcita dalla preziosa arte dello scultore e architetto rinascimentale palermitano. Quest’opera sembrerebbe provenire dal convento di Santa Maria della Pietà, nel territorio di Petrizzi, allora nel territorio di Soverato, opera che fu commissionata il 26 settembre 1521, da Giovanni Martino d’Aquino, che legittimando discendenze con Tommaso d’Aquino, chiese all’artista di rappresentarlo nel basamento marmoreo, insieme a S.Michele Arcangelo e a S.Giovanni Battista.

Opera d’indiscussa valenza artistica e religiosa ,è evidente la sofferenza umana ,nel dolore della Madonna che mantiene suo figlio ,al pari dell’ espressione quasi serena di nostro Signore al momento dell’arrivo della morte, quella serenità che ognuno di noi , dovrà carpire da questa scultura, tramutandola nella propria” scultura di pace” del cuore, in questi momenti sociali difficili ed emergenziali che non ci fanno vivere al meglio e nella piena normalità il periodo festivo più bello dell’anno e se nel dolore esiste il bene, ognuno di noi rifletterà sulla ricchezza della serenità del volto di nostro Signore nei suoi ultimi momenti terreni.

Gruppo scultoreo che subì dei restauri a Firenze nel 1965, dopo che la stessa subì seri danni dal terremoto del 1783, accoppiati anche a dei danneggiamenti di vandali -ladri che non riuscendo a portarla via, la sfregiarono. Dopo almeno tre anni di restauro, presso l’Opificio delle Pietre dure fiorentino, nel marzo del 1968, l’opera del Gagini rientrò in Calabria.

Un’altro pomeriggio di riflessione, in una sorta di sereno raccoglimento, nel proprio cuore al solo fine di riempirlo di pace e serenità , per trascorrere nel miglior modo queste seconde festività natalizie che il prodotto umano della scienza e della ricerca ,un virus chiamato Covid 19 , diffusasi in tutto il globo in maniera a dir poco ambigua, ha inginocchiato l’intera comunità internazionale, creando un’ emergenza mai doma e tanta sofferenza che ha colpito tutti, inducendoci giorno per giorno a pagare duro prezzo morale e materiale e nella riflessione finale , dobbiamo solo recuperare le forze , morali e fisiche indicatoci della Madonna che regge suo figlio , nel dolore più atroce e la serenità del volto di nostro Signore che alla fine della sua vita, ci vorrà dire di reagire , cercando di superare ogni ostacolo e difficoltà che rapportati alla morte , sono fuscelli d’erba e che nel giorno del Santo Natale ormai alle porte, diventeranno speranzosi e prosperi alberi di Vita.

Gianpiero Taverniti