AstraZeneca, l’autopsia esclude il nesso con la morte del carabiniere in Sicilia


Il vicecomandante della sezione di Pg dei carabinieri di Trapani, Giuseppe Maniscalco, avrebbe assunto il vaccino AstraZeneca proveniente dal lotto ABV2856 sospeso da Aifa, ma non ci sarebbe alcun nesso con il suo decesso. Il militare dell’Arma era stato male dopo avere assunto la dose. A escludere un collegamento tra il vaccino e la morte dell’uomo è stato l’esame autoptico eseguito giovedì scorso nell’ambito dell’inchiesta che la procura di Trapani aveva aperto dopo la denuncia presentata dai familiari.

Un’inchiesta è stata aperta dalla Procura di Catania su eventuali controindicazioni del vaccino AstraZeneca contro il Covid 19 su soggetti trombofilici. L’inchiesta, a carico di ignoti, ipotizza il reato previsto dall’articolo 443 del codice penale: «Commercio o somministrazione di medicinali guasti o imperfetti «. Lo scrive il quotidiano La Repubblica.

«Stiamo verificando – dice il procuratore Carmelo Zuccaro – se determinati soggetti trombofilici possano avere una predisposizione ad attivare alcuni fattori detonatori. Potrebbero esserci nel vaccino eventuali controindicazioni per alcune persone, controindicazioni che non sono state analizzate considerato il poco tempo a disposizione per la realizzazione del farmaco».

Sono state già chieste informazioni alle procure che indagano su quattro morti dopo il vaccino: Siracusa, Trapani, Messina, Napoli. Ieri anche la procura di Gela ha sequestrato la cartella clinica di una insegnante di 37 anni che si trova in gravissime condizioni per un’emorragia cerebrale e che aveva ricevuto il vaccino il primo marzo (un lotto diverso da quello ritirato dall’Aifa).

Un altro caso su cui la Procura indaga, che non ha però provocato la morte del soggetto vaccinato, è stato registrato a Catania. Sempre a Catania ieri, oltre all’autopsia sul corpo di Stefano Paternò, il sottufficiale della Marina morto lunedì scorso 15 ore dopo essersi sottoposto alla prima dose del vaccino, sono state fatte analisi sul sangue e su alcuni organi prelevati (fegato e milza) dal corpo di Davide Villa, il poliziotto deceduto il 6 marzo, sedici giorni dopo il vaccino. Gli specialisti hanno avuto l’incarico di cercare appunto la “predisposizione genetica per trombofilia ereditaria (fattore V di Leiden), fattore II mutato, mutazioni sul gene Mthfr (varianti C677T e A1298C)».