Ritorno alla Terra, Ritorno al futuro? Ecco la domanda dalla quale è voluto partire oggi NED nella sua prima call del 2021. La pandemia ha riacceso un riflettore sulle aree interne, che a differenza di quanto si può pensare, non sono aree marginali. Questo è quanto emerso grazie ai preziosi interventi, sia di operatori del territorio che di politici impegnati a livello nazionale ed europeo, che hanno arricchito la call. Le parole chiave sono: fare rete, cambiare prospettiva, sburocratizzare.
Il primo ospite intervenuto è Carmine Gigliotti co-fondatore di Orto Corto Bio Decollatura, realtà nata sei anni fa in Calabria da giovani decisi a non abbandonare il proprio territorio, ma rivitalizzarlo attraverso il recupero alla coltivazione di terreni abbandonati. Gigliotti, ha sottolineato l’importanza del rispetto della terra e la necessità di puntare sul microcredito cucito su misura per piccole aziende e start up. Infine, ha lanciato un appello alla politica: “osservate di più ciò che si sta muovendo dal basso uscendo dalla logica degli aiuti e dei sostegni e iniziando a prendere coscienza delle potenzialità dei territori”.
Il secondo intervento è quello di Maria Moraza. Anche lei sostiene che la terra può essere uno strumento per fa ripartire nel futuro, ma solo se si cambia la prospettiva. La Moraza ha evidenziato i principali problemi a cui vanno incontro coloro che decidono di rimanere nei piccoli borghi: abbandono del territorio, trasporti assenti o mal funzionanti e eccessiva burocrazia. Infatti, il suo appello alla politica è quello di sburocratizzare, prestare maggiore attenzione alle esigenze delle aree interne e riconoscere e tutelare l’agricoltura familiare e contadina.
Altra realtà interessante è l’allevamento di lumache erbe e grilli in Campania di Iolanda Cardarelli. L’obiettivo principale di questa attività era quello di contribuire alla rivitalizzazione e rivalorizzazione dei nostri territori. La Cardarelli racconta che per mettere in piedi la loro start up è stato necessario fare un salto nel passato, per vivere il presente e proiettarsi, con progettualità, nel futuro. Anche la Cardarelli ha sottolineato che le armi vincenti sono: il rispetto della terra, la formazione e la creazione di sinergie tra tutti gli attori presenti sul territorio
Gli interventi del territorio si sono conclusi con la testimonianza del sindaco Lino Gentile di Castel Del Giudice, comune di 300 abitanti. Secondo il sindaco Gentile, la chiave del successo del loro progetto è stato l’abbandono del concetto di rassegnazione e la presa di coscienza che il proprio territorio è uno scrigno ricco di risorse, che se adeguatamente impiegate, rappresentano una grande opportunità di crescita e sviluppo. In quest’ottica è nato un Modello di Governance Territoriale che coinvolge tutti gli stakeholders mettendo in piedi una rete efficiente. In pochi anni è diventato un esempio, riuscendo a sviluppare un virtuoso modello di economia circolare ed ecologica, imperniato sul “recupero del territorio” che ha portato a 3 risultati: recupero di terreni abbandonati; recupero e riqualificazione delle architetture rurali e il recupero della scuola elementare ai fini di sviluppo sociale e di comunità.
A seguire l’intervento di Riccardo Bussone, Presidente Uncem, che ha affermato che bisogna ascoltare e guidare una serie di processi considerando le istanze di chi si è messo in gioco. Ha sottolineato che le esperienze riportate sono tutti elementi dai quali ripartire è ricostruire le politiche territoriali. Infatti, ha concluso dicendo che: “ad oggi, un faro si è acceso sulle problematiche e potenzialità delle aree interne, ma questa presa di coscienza deve maturare ancor di più sia sul piano nazionale che europeo, visto che la rappresentanza territoriale è ancora debole”.
Successivamente è intervenuta di Silvia De Paolis, che ha riportato la sua esperienza di agronoma in un’area interna abruzzese e membro del comitato esecutivo di Slow Food Italia che conosce molto bene le difficoltà delle aree interne e che opera per far sì che gli agricoltori e i cittadini siano parte di un sistema che fa sentire la sua “voce”. Ha ribadito l’importanza della valorizzazione della biodiversità agricola e zootecnica locale, specialmente in questo periodo di gravi difficoltà legate al Covid.
A questi è seguito l’intervento di Silvia Vono, Senatrice e Responsabile Aree Interne di Italia Viva, che ha affermato che sicuramente il ritorno alla terra è un ritorno al futuro, ribadito l’importanza per piccoli produttori locali di fare “rete” e che la politica, a tutti i livelli, deve avere un ruolo fondamentale nel promuovere e coordinare tale processo, saper ascoltare la comunità per poi poter pianificare, realizzare e promuovere i progetti di riqualificazione delle aree interne per creare nuove opportunità di sviluppo e di occupazione. A tal fine sono importanti le azioni progettuali rese operative da accordi di programma quadro, che rappresentano lo strumento di cooperazione istituzionale attraverso il quale le regioni, gli enti locali e tutti gli organi preposti si assumono degli impegni precisi, reciproci e vincolanti per attuare i progetti e raggiungere gli obiettivi.
In chiusura l’intervento di Andrea Cozzolino, Eurodeputato MEP S&D, che ha affermato che i casi di successo di piccoli imprenditori in aree disagiate non sono più poche decine come una ventina d’anni fa, ma ormai sono migliaia e nei settori più vari. Le imprese nate in questi anni, hanno prodotto lavoro, ricchezza e innovazione nei territori. È necessario uscire da questa narrazione di nicchia, per darle una dimensione più ampia, poiché le politiche europee, in futuro, avranno un impatto molto forte nel nostro paese, basti pensare alla mole di risorse che arriveranno nei prossimi anni.
L’Europa nei prossimi anni ci chiede di affrontare, e superare tre grandi sfide: transizione digitale, transizione ambientale, e superamento delle diseguaglianze sociali. Queste impatteranno in modo deciso e forte nel sistema economico nazionale e per affrontarle bisogna uscire dalle logiche della politica di palazzo e guardare al territorio.