È una mezza leggenda che nel passato la grande storia sia stata fatta solo da maschi, e chi di storia ne mastica, s’imbatte molto spesso in donne che, per circostanze, si trovarono a gestire direttamente la politica e la guerra. Tantissime, infinite altre agirono attraverso un marito o figlio o amante; è verissimo ma difficile dimostrarlo, perciò torniamo al nostro argomento.
Ci aiuta il mito, con le Amazzoni, donne guerriere. Secondo alcuni finirono per mano di Teseo, secondo altri due generazioni dopo a Troia. Il grosso era asiatico, ma se ne trovano anche in “Calabria” con la regina Clete: per i più, a Caulonia (Monasterace), per altri altrove. Dee armate sono Atena e Artemide, all’occorrenza crudeli nel modo peggiore, quello lucido: leggete il XXII dell’Iliade. La poesia futura creerà donne in guerra, come Camilla o Clorinda.
La regina di Saba andò a far visita a Salomone, e ne nacque Menelik, primo negus d’Etiopia.
Grande figura, Atossa, figlia di Ciro il Grande e moglie di Dario I. La regina degli Sciti, Tomiri, uccise Ciro, e ne infilò la testa in un otre pieno di sangue. La regina Artemisia nel 480 condusse una sua nave nella flotta persiana, e Serse, sconfitto, così commentò: “Oggi i maschi sono divenuti femmine, e le femmine maschi”.
La regina Zarina (curioso nome!) propose ad Alessandro Magno un incontro a mero scopo riproduttivo; ma non se ne fece nulla.
Stando ai Romani, le loro donne stavano chiuse in casa a vita. Le cronache dicono tutto il contrario, e la storia dell’Urbe è zeppa di donne particolarmente intriganti. Non contente di dirigere le cose tramite i maschi, alcune parlarono in senato, e sappiamo anche di avvocatesse molto cattive. Contentatevi del detto di Catone: “Senatori, noi Romani comandiamo al mondo intero, e le nostre mogli comandano a noi”. Qualcosa di simile aveva già detto Temistocle per Atene e se stesso.
Ricordiamo Cleopatra, la cui morte viene cantata come eroica da Orazio.
Che dire di Galla Placidia, regina dei Visigoti, imperatrice d’Occidente e reggente dell’Impero? E di Sighelgaita, moglie del Guiscardo e combattente al suo fianco? E Matilde di Canossa? E Ildegarda, che fece sentire la sua voce anche in politica. Sorvoliamo sulle truci leggende a proposito di Marozia.
In tempi più recenti, ricordiamo la ferrea Caterina Sforza; e l’altra Caterina Sforza regina di Svezia.
Cosa sarebbe stata l’Inghilterra senza Elisabetta I? E anche senza Anna Stuart, e senza Vittoria di Hannover di Gran Bretagna, che fu anche imperatrice delle Indie?
Per Ferdinando, Colombo restava in Spagna; lo inviò sua moglie Isabella, regina di Castiglia. A proposito, Carlo V non fu mai re di Napoli, ma solo reggente per la madre Giovanna III, figlia dei suddetti, che però aveva qualche problemino di testa.
Per fare della figlia Maria Teresa l’imperatrice del Sacro Impero, Carlo VI scatenò una guerra europea. Ella governò con polso fermo le attuali Austria, Ungheria, Boemia eccetera, e Milano; e trovò il tempo di mettere al mondo sedici figli, tra cui l’infelice Maria Antonietta, ma anche la molto più dura Maria Carolina, regina consorte di Napoli e di Sicilia.
La Russia divenne una Potenza mondiale per mano della zarina Caterina II. Tra una guerra e l’altra fu molto amica di Potemkin; e qui mi fermo con le citazioni filmiche, se no… Ragazzi, i pettegolezzi sono il sale della storia.
Il Settecento è il secolo delle donne. È con il Codice di Napoleone (con le donne ebbe un rapporto particolare: ho scritto un piccolo libro) che le mogli vengono ridotte ad angelo del focolare, donde tutta una letteratura della nevrosi, di cui è buon esempio Bovary. Già nella seconda metà dell’Ottocento si fanno strada donne in cultura e scienza: ricordiamo la due volte Nobel Curie; più lentamente, in politica, e bisogna aspettare gli anni 1930 per i primi casi di voto femminile. La democraticissima Svizzera, solo nel 1970.
Per i fatti del XXI secolo, leggete i giornali.
Ulderico Nisticò