Poiché i tempi sono profondamente cambiati, e poiché (con buona pace di pochi) la storia non viene insegnata come si deve, cerco di far capire ai lettori la valenza epocale dei Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929. In breve:
– Per molti secoli, religione cattolica e troni erano stati, almeno ufficialmente, solidali e spesso la stessa cosa. La separazione iniziò nel XVIII secolo. Napoleone, ritenendo indispensabile la religione, regolò i rapporti con un Concordato. La Chiesa però perse i privilegi di foro ecclesiastico, e gran parte dei beni terrieri, molto spesso in verità mal gestiti.
– Lo Statuto Albertino del Regno di Sardegna, dal 1861 esteso al Regno d’Italia, poneva all’art. 1 “la religione cattolica” come “unica religione dello Stato”; ma, con astuzia giuridica, parlava di “religione”, non di Chiesa; e infatti già dal 1852 iniziò una politica di attacco agli Ordini monastici e ai beni ecclesiastici.
– Nel 1849, repubblicani e socialisti diedero vita a una Repubblica Romana; papa Pio IX riparò a Gaeta sotto la protezione di Ferdinando II, e invocò l’aiuto delle Potenze cattoliche; di fatto furono truppe francesi a stroncare la Repubblica.
– Nel 1870, caduto Napoleone III, l’Italia occupò Roma e ne fece sua capitale.
– Pio IX si dichiarò “prigioniero” dell’Italia, e ruppe ogni rapporto con il Regno, imponendo ai cattolici il “non expedit” di partecipare alla vita politica dello Stato. Questo tuttavia emanò le “Leggi delle guarentigie”, che la Chiesa rifiutò, pur fruendone di fatto.
– Nella seconda metà dell’Ottocento si scatenò una feroce campagna anticattolica, iniziata dalla Germania di Bismarck con il Kulturkampf; per l’Italia, basta una lettura delle Fonti del Clitumno del Carducci.
– La cultura cattolica (che allora esisteva, eccome!) reagì con il neotomismo, il cui frutto sarà il solido e chiaro Catechismo di san Pio X; e, nel 1891, con l’enciclica sociale Rerum Novarum di Leone XIII.
– Qualche timido segnale di disgelo si ebbe con il patto Gentiloni del 1913, che tollerava ufficiosamente qualche candidato cattolico nelle liste giolittiane; e nel 1915 con la nomina del Vescovo Castrense, oggi Ordinario Militare per l’Italia, con grado di generale di brigata.
– Il governo di Mussolini iniziò trattative molto delicate e riservate. La loro positiva conclusione fu annunziata a sorpresa. Mussolini come capo del Governo e il cardinale Gasparri come segretario di Stato di Pio XI, firmarono il Concordato, che regolava i rapporti tra Chiesa e Stato; e il Trattato, che stabiliva il reciproco riconoscimento: la Chiesa riconosceva il Regno d’Italia con Roma capitale; e l’Italia riconosceva lo Stato della Chiesa con il papa sovrano, nei confini attuali. Venne scelta, simbolicamente, la data dell’11 febbraio, la festa della Madonna di Lourdes.
– Seguirà l’incontro tra Pio XI e Vittorio Emanuele III, a suggellare la pace.
– Fu tra i massimi successi della politica mussoliniana, e fattore potentissimo di consenso. Si opposero, a dire il vero, sia alcune rade minoranze cattoliche moderniste, sia i superstiti risorgimentalisti: Croce e Gentile, una volta tanto d’accordo, votarono no in Senato; ma non se li filò nessuno.
– Il rapporto tra fascismo, cattolicesimo e cristianesimo, paganesimo, laicismo… è un fatto piuttosto complesso, anche oggi. Se qualcuno ne è curioso, glielo spiego un’altra volta.
– I Patti vennero mantenuti, con qualche screzio per la questione dell’Azione Cattolica, ma subito ricomposta; e agirono anche durante la guerra e i turbinosi eventi del 1943-5.
– Nel 1934, un Concordato venne firmato tra la Chiesa e la Germania nazionalsocialista, che rivoluzionava la politica di Bismarck, e soprattutto quella della massonica Repubblica di Weimar.
– Nella costituzione repubblicana, con un atto incredibilmente assurdo sul piano giuridico e politico, i Patti Lateranensi vennero posti, art. 7, niente di meno che tra i Principi Fondamentali. Vero che, ai tempi di Craxi, sono stati rivisti.
Una volta, i Patti Lateranensi erano vacanza a scuola. Oggi si preferiscono le allerta meteo!
Ulderico Nisticò