In quella data iniziò la guerra tra Germania e Polonia. Oggi tutti racconteranno l’inizio della guerra, e nessuno le cause e i precedenti. Seguitemi dunque, e ve li spiego io.
La dobbiamo prendere alla lontana. Fino al 1772 la Polonia, federata con la Lituania, si estendeva dalle porte di Berlino all’intera attuale Ucraina. Era però sempre più debole, con un re elettivo (Respublica Poloniae) e ogni scalcinato nobile dotato di diritto di veto. Per farla breve, entro il 1794 finì divisa tra Russia, Austria e Prussia; e tale rimase fino al 1918.
Costituitasi in Stato alla fine della guerra, non per questo aveva un territorio definito. Intervenne in aiuto di una fugace Ucraina indipendente; venne respinta da Trotskij, che però alle porte di Varsavia fu sconfitto dal maresciallo Piłsudski, prima di finire, anni dopo, assassinato da Stalin. La Polonia ottenne vasti territori abitati da genti russe e ucraine. S’impadronì di territori tedeschi; e occupò Vilnius (Vilna), che la Lituana aveva eretta sua capitale. Danzica, città a maggioranza tedesca, venne costituita in uno Stato. Circa un terzo della popolazione dello Stato polacco era costituito da allogeni.
Per queste vicende, la Polonia del 1922 era nemica di tutti i suoi confinanti; e in particolare della Germania, intanto divenuta la Repubblica di Weimar. La sua situazione interna, per antichi vizi, era fragilissima, solo che invece dei diecimila nobili c’erano decine e decine di partiti: la cosiddetta polverizzazione.
La situazione internazionale mutò nel 1934 quando Hitler, appena giunto al potere, assunse due atteggiamenti antitetici a Weimar: il Concordato con la Chiesa cattolica; e il Patto di non aggressione con la Polonia. Per cinque anni, l’alleanza di fatto con la Germania rassicurò la Polonia, che fu libera di imporre alla Lituania il riconoscimento della cessione di Vilnius; e quando nel 1938 si dissolse la Cecoslovacchia, di annettersi Techen (Tesin) e le sue miniere. L’annessione della Rutenia le fu però impedita dall’Ungheria.
La guerra europea stava maturando; e, nel 1939, Francia e Gran Bretagna offrirono “garanzie” agli Stati potenziali nemici della Germania; la Polonia commise l’errore di accettare, schierandosi così contro la Germania. Il dittatore di turno, Beck, era convinto di pesare militarmente, dall’alto delle sue 34 divisioni… di cavalleria, nel senso letterale di equini. La Francia, non meno folle, promise un esercito da far giungere passando per nave da Mediterraneo, Mar Nero e Romania. E qualcuno, a Varsavia, prese sul serio la fantasticheria.
Tra lo stupore del mondo, intanto, Germania e Unione Sovietica firmavano, il 23 agosto, il Patto di non aggressione, noto come Molotov Ribbentrop; Gran Bretagna e Francia avevano provato a tirare Stalin dalla loro parte, ma Hitler c’era riuscito.
La Germania chiese l’annessione di Danzica. La Società delle Nazioni (ONU dell’epoca, altrettanto inutile) aveva costituito delle di “Città libere”, tra cui Memel, poi annessa alla Lituania; e Fiume, annessa all’Italia. Danzica era governata da funzionari francesi, ma il suo consiglio comunale era, dal 1932, a nettissima maggioranza nazionalsocialista. La popolazione desiderava unirsi al Reich.
La Polonia si oppose… e la parola passò alle armi. In un mese, gli eroici e arcaici vennero annientati dai carri tedeschi; mentre i sovietici s’impadronivano della parte russa della ormai cessata Polonia. A Katyn i Russi sterminarono quello che restava degli ufficiali polacchi, tutti nobili, unendo così la guerra ai Polacchi con la lotta di classe.
Negli anni seguenti di guerra, Angloamericani e Sovietici promisero alla Polonia l’indipendenza. Andò a finire che la Polonia, dopo che le elezioni ebbero dato il 98% al partito comunista (esagerato anche nelle bufale!), restò interamente in mano a Stalin e successori fino al 1989.
Quanto ai confini, divertitevi a confrontare quelli del 1939 con quelli del 1945 e attuali: la Polonia venne semplicemente spostata verso ovest di cinque o seicento chilometri!!!
Non era meglio se la città tedesca di Danzica passava pacificamente alla Germania come era successo a Sudeti e Austria? Meglio per il mondo, meglio per la Polonia, che si sarebbe risparmiato mezzo secolo di comunismo.
Chi vuole saperne di più, legga “Abele e Caino. Storie della guerra mondiale… ”, Rubbettino, di U. N.
Ulderico Nisticò